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Sono salito molte volte al Rosalba, ma mai partendo dal Pian dei Resinelli alle due del pomeriggio e per lo più dopo aver pranzato lautamente al Rifugio Soldanella. Colpa del meteo incerto, che dopo la pioggia torrenziale della notte ci ha sconsigliato di salire di primo mattino. Solo verso le due, più che altro per smaltire tutto il ben di Dio che Mauro ci ha servito a tavola decidiamo di salire al Rosalba. La salita si dimostra subito più
dura del solito, almeno per me. Inizio a sudare copiosamente, arranco con fatica, molto probabilmente sono in fase digestiva, ma non demordo, mi sono ripromesso di andare al Rosalba e niente può farmi cambiare idea. A metà salita incontro il rifugista che sta scendendo a valle. Vedendomi arrancare così faticosamente, in piena crisi, vorrebbe consigliarmi di tornare indietro tanto più che il rifugio è chiuso, ma poi riconoscendomi si limita a scuotere la testa. Io gli sorrido, non ha tutti i torti, sto facendo una pazzia, ne sono consapevole, ma oggi è una giornata particolare, almeno per me, e ogni pazzia oggi mi è concessa.