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Vi ricordate la famosissima sequenza le film di Indiana Jones il cui il protagonista deve attraversare una strettisma gola fiancheggiata da ripide pareti rocciose per accedere all’antica città di Petra, ebbene anche per raggiungere il Rifugio Benigni bisogna fare qualcosa di simile: Arrampicarsi lungo stretta spaccatura verticale in cui l’acqua ha formato una cascata. Se è divertente salire questa spaccatura in estate spruzzati dalle acque della cascata, adrenalinico è guadagnarsi l’ accesso d’inverno tra le colate di ghiaccio che ricoprono i sassi , terrorizzante la discesa, in equilibrio sempre precario per il ghiaccio sotto le suola. Qualcuno, ieri salendo al Rifugio Benigni, si sarà senz’altro sentito un po’ Indiana Jones per aver raggiunto il rifugio in modo cosi audace, ma si sarà anche identificata in Bridget Jones (quella dei diari) per essersi dimenticata di togliere le protezioni di plastica ai puntuali dei propri bastoncini, bastoncini a cui aveva affidato, per così dire la propria sicurezza, durante la discesa lungo la cascata ghiacciata. Temeraria come Indiana o disarmante come Bridget il suo nome rimane sempre, per me, Boris, Boris Jones per l’ esattezza.