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Qualche settimana fa, sfogliando ” Lo Scarpone”, ho visto con piacere che la rivista aveva dedicato un’articolo a Fulvio Aurora per vent’anni rifugista del Brioschi. Ricordo quella sera dello scorso inverno quando il CAI di Merate volle festeggiarlo in occasione dell’ uscita in libreria del suo libro. Quella sera arrivai alla conferenza con largo anticipo temendo di non trovare posto in sala, mal col passare dei minuti fu chiaro che quella sera sarebbe rimasta semi deserta. Quando Fulvio visibilmente emozionato inizio la sua presentazione, io cominciai a chiedermi perché fossimo così in pochi. Dov’erano finite, mi chiedevo, tutte quelle persone che sferzati dal freddo lungo la salita per la via invernale avevano trovato riparo tra le calde mura del Brioschi magari bevendo una tazza di The preparata proprio dal relatore della serata ormai solo ex-rifugista. Che delusione che tristezza, quanta ingratitudine. Si dice che la montagna sia maestra di vita ma quella sera, guardandomi attorno, maturai la convinzione che la montagna non sempre lo è , a volte è solo lo specchio che riflette l’immagine di ciò che in realtà si è. Facendo click sulla foto potete rileggere il doveroso tributo che lo Scarpone, anche se tardivo, ha voluto dedicare a Fulvio Aurora.