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E’ l’alba, fuori è ancora buio. Mentre controllo per l’ultima volta lo zaino prima di uscire penso allo sfortunato epilogo delle mie due ultime escursioni. Penso alla pioggia che in Val Merdarola ha minato la mia determinazione nel voler completare il percorso ad anello dei Bagni di Masino. Penso alla scorciatoia imboccata anzitempo prima di incontrare la palina segnavia che mi avrebbe guidato nella giusta direzione per raggiungere la fortezza dello Chaberton. Penso cosa potrebbe succedere oggi di nuovo per non contraddire il detto “non c’e due senza il tre”. Il completamento dell’escursione di oggi è un obiettivo ambizioso, il suo raggiungimento riscatterebbe le frustrazioni patite nelle due escursioni precedenti. Il Pizzo Alto, sconosciuto alla maggior parte delle persone, è una montagna di tutto rispetto che con il più famoso Legnone, posto alla sua sinistra, e il Monte Rotondo posto alla sua destra, costituisce la dorsale che separa la Valsassina dalla Valtellina. Raggiungere l’elegante croce posta sulla sua sommità vuol dire aver superato un dislivello di circa 1600 m, vuol dire aver risalito con l’aiuto di alcune catene fisse un ripido canalone roccioso di 120 m di lunghezza, vuol dire di aver percorso un interminabile e tortuoso filo di cresta prima di essere ammessi al cospetto della sua elegante vetta. Queste che in prima analisi sembrano gli elementi negativi del percorso sono in realtà i suoi punti di forza che sommati alla bellezza dei luoghi osservati strada facendo, mi fanno ritenere che questa escursione sia una delle migliori fatte quest’ anno, e per convincere anche voi della veridicità di ciò che sto affermando, preferirei che in vece mia parlassero le mie immagini.