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Ore 6.00 -Via Bazzini, Carnate. E’ ancora buio. Con la proverbiale precisione dei treni svizzeri si parte alla volta dei Bagni di Valmasino, dove avrà inizio la nostra escursione che prevede di salire al Rifugio Omio attraverso la poco frequentata, forse a causa del nome, Val Merdarola, per poi far ritorno per la classica via d’accesso al rifugio. Ore 8,30 – Bagni di Valmasino. Anche se il cielo non promette niente di buono infiliamo gli scarponi, ma proprio pochi istanti prima di incamminarci inizia a piovere. Senza scomporci piu’ di tanto risaliamo in macchina. Qualcuno propone di aspettare fino alla nove prima di prendere una decisione, ma intanto la pioggia aumenta. Il malumore inizia a serpeggiare, poco prima delle nove il cielo sembra aprirsi. Ognuno di noi cerca di intuire la decisione che prenderà l’altro. Siamo in sei c’e la possibilità che la votazione vada “patta, per scongiurare tale ipotesi si conviene di dare al voto di Graziella, unica donna oggi del gruppo, un peso doppio. Si vota. Con l’espressione sconsolata di qualcuno e quello di soddisfazione di altri, si parte. La giornata non è iniziata sotto i migliori auspici ma nessuno vuole ammetterlo. Durante la salita inizia di nuovo a piovere, il sentiero a volte diviene scivoloso ma si continua a salire. Comincio a pensare che una escursione in Val Merdarola , per essere all’altezza del nome della valle che si sta risalendo, non poteva che aver luogo in un giorno di M. , su un sentiero di M. , con un probabile epilogo di M., e mi sembra strano che nonostante il disappunto di ognuno di noi di dover camminare in tali condizioni, nessuno non abbia ancora manadato qualcun altro a C. . Fortunatamente, quando la pioggia diventa più incessante, troviamo riparo in una baita a quota 1420 m, indicata sulla carta IGM col toponimo di Casera Merdarola, tanto per rimanere per non smentirsi, ma ora al riparo dalla pioggia il disappunto cede il posto al consueto buon umore dei “Ragazzi di Via Bazzini”, facendo dimenticare che fuori la pioggia continua a cadere. “Merde” come direbbero i francesi in simile situazione.