L’escursione di questa settimana mi ha portato sui monti di casa mia. Ricordo che da bambino, durante le vacanze estive, partendo da Civiglio e passando da S. Maurizio, dal Cao, dal Fabrizi, dal S. Pietro, ci si spingeva fino al Palanzone. Questa montagna rappresentava per noi bambini il limite dove erano poste le Colonne d’ Ercole del nostro mondo. Di là del Palanzone l’ignoto. Ricordo anche che, giunti in prossimità della bocchetta di Palanzo, (a quel tempo mi era sconosciuta la denominazione toponomastica del luogo ) si abbondanava il più comodo sentiero e ci si inerpicava su per i fianchi erbosi (la scorciatoia ) giungendo in vetta stremati. Era una grande soddisfazione. Poi dopo aver colto qualche narciso si tornava a casa cantando ” Quel mazzolin di fiori che vien dalla montagna ……” Anche ieri sono arrivato in vetta , seppur per altra via, con lo stesso affanno con cui ci arrivavo da bambino anche se ieri non c’era il sole , non c’erano i narcisi e non abbiamo cantato “Quel mazzolin dei fiori ……” . Ma come dice Vasco : Va bene così. Link all’Escursioni