La settimana scorsa, parlando con Fausto, avevo suggerito, per non i ripetere i soliti percorsi, di cercarne di nuovi tra quelli scarsamente conosciuti e documentati, in modo da tener alimentato il piacere di vedere posti nuovi. A sostegno della mia tesi ricordavo che Bonatti, si era dovuto aprire un sentiero col macete per vedere il Cerro Torre, mentre noi quarant’ anni più tardi, c’eravamo limitati a seguire i pochi cartelli indicatori dislocati lungo i 250 km di strada sterrata che congiungono El Calfate a El Chalten. “Dictum Factum”. Questa settimana, durante la nostra consueta escursione, avendo perso le scarse tracce del sentiero, abbiamo dovuto cercarci un passaggio alternativo, risalendo un ripido pendio immersi in un fitto bosco di faggi. Mentre arrancavo faticosamente sul pendio, per non scivolare in continuazione mi aiutavo aggrappandomi ai rami, che essendo il più delle volte secchi, si spezzavano facendomi comicamente ruzzolare all’indietro. Se Carlo Verdone avesse assistito ala scena avrebbe senz’altro esclamato : Una tragggedia ( con 3 g ). Ma come potete vedere dalla foto, subito dopo aver raggiunto il Rif. Buzzoni, Fausto ha già dimenticato le fatiche di quello che definirei “un incidente di percorso “.