Anello del Beigua-AV Ligure

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Parafrasando un vecchio detto, che mal si applica ai giorni nostri, diremo : escursione bagnata escursione sfortunta. L’unica nota di colore della giornata e’ stata la svolazzante mantella

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rossa del compagno di escursione che fa da contrasto alla grigia giornata odierna . Comunque è una gran consolazione dopo una salita in queste condizioni potersi sedere attorno ad un tavolo e gustare un modesto piatto di penne. In fondo, come diceva Einstein, “Tutto è relativo ” , piatto di penne compreso , aggiungo io.”

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Zuccone Campelli – Tentativo

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Come si suol dire non c’è due senza tre, dopo il Buzzoni e il Due Mani anche oggi non sono riuscito a raggiungere la meta per gli stessi motivi delle volte precedenti : troppa neve , nonostante oggi sia Pasquetta c’e ancora troppa neve. Ma con questa penso di chiudere la serie negativa, la prossima escursione sarà in Liguria e li’ non penso di avere di questi problemi. Assenti i soliti compagni di escursioni, qualcuno per forza maggiore ( Forza Graz ), altri per non aver saputo resistere ai piaceri della tavola, questa mattina sono salito, solo, soletto, con la prima funivia ai Piani di Artavaggio con il proposito di salire in cima allo Zuccone Campaelli, dal versante piu’ soleggiato e quindi meno ingombro di neve. Ma non e’ bastato, mi consola il fatto che nessuno di chi, oggi ha tentato di raggiungere la cima, sia riuscito nell’ intento : mal comune mezzo gaudio.

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Monte Due Mani Sent. 30 -Tentativo

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Quando si parla del Due Mani, spesso ci sente chiedere, anche dagli indigeni : dov’e’ ?. E’ difficile essere qualcuno se si vive vicino a dei grandi e i grandi in questione sono:  il Resegone e la Grigna. Quella presenza massiccia, quasi opprimente, che si avvicina sempre più alla strada salendo da Ballabio al Colle di Balisio è il Due Mani. Cosi’ come il suo nome è poco celebrato così le sue vie di accesso sono poco conosciute. Questa settimana abbiamo tentato con una sommaria descrizione  del percorso di raggiungere la vetta   lungo  il sentiero N 30. Tentativo fallito perche’ durante la salita a causa delle lingue di neve che ancora ricoprono le sue pendici abbiamo perso la sequenza di bolli  blu che indicano la via . Come e’ evidente dalla traccia  del GPS abbiamo perso il sentiero in un canalone ancora ingombro di neve. Fallito , quindi,  il tentativo di salire lungo il sentiero N 30, con un lungo traverso su uno scosceso pendio abbiamo raggiunto il sentiero N 34 che porta alla vetta lungo il crinale occidentale. Raggiunto il 34 nei pressi del bivacco Emanuela , ormai in vista della croce sommitale ci sono però mancate le motivazioni per raggiungere la cima, paghi del lavoro di ricognizione fatto. Ora, grazie a questa ricognizione, possiamo sognare di salire per questa via in un tardo pomeriggio di sabato, e  trascorrere la notte che porta alla domenica nel bivacco semisferico in fibra posto in vetta con le luci della pianura sotto di noi. Sento che sarà un’esperienza bellissima.

Foto del bivacco

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Rif. Buzzoni – Tentativo

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Per la seconda volta, quest’anno, non siamo riusciti ad arrivare al Rifugio Buzzoni. Non che la meta sia particolarmente ardua, in condizioni normali è alla portata di tutti, semplicemente quest’anno c’è troppa neve. Anche oggi, nonostante fosse l’equinozio di primavera abbiamo dovuto aprirci una pista nella neve per giungere al P.so di Cedrino, poi data l’ora, ci siamo fermati a mangiare un panino, sferzati da un vento gelido abbiamo messo i

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ramponi ai piedi e siamo tornati speditamente ai piu’ miti Piani di Bobbio. Riproveremo piu’ avanti.

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Val Calolden

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L’escursione di questa settimana ripercorre il vecchio itinerario per salire ai Piani dei Resinelli prima che fosse costruita la carrozzabile da Ballabio. La valle prende il nome dal torrente Calolden che nasce

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al Pian dei Resinelli e dopo aver attraversato la valle si immette nel torrente Gerenzone. Saliremo quindi la valle per raggiungere i Pian dei Resinelli da dove attraverso il Parco del Valentino raggiungeremo la cima del del monte Coltignone. Ora, senza guardare, provate a ripetere il nome dei due torrenti e il nome della cima. Impossibile, vero ?

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Rif Bonatti – Val Ferret

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Monte Bianco 4810 mt

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Pizzo Baciamorti

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Dopo aver sognato cime maestose torniamo a quelle piu’ modeste di casa nostra. Meta di questa settimana le Alpi Orobie e precisamente ill Pizzo Baciamorti. Escursione abbastanza semplice, forse un po’ faticosa se fatta senza ciaspole ma come sapete nutro una certa avversione all’ utilizzo di questi accessori, anche questa volta ho preferito lasciarle a casa. Riconosco che se le avessi avute mi avrebbero fatto comodo sul lungo, interminabile crinale che conduce alla vetta. Sapessi almeno sciare. Pazienza

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Due cordate per una parete

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Quella che vedete nella foto è la famosa parete Nord dell’Eiger. No, non voglio farvi credere di aver salito questa settimana la Nordwand, ho scritto questo post solo per consigliarvi un libro che mi ha entusiasmato così tanto da tenermi desto una notte. Conoscevo già la storia della prima salita italiana alla vetta dell’Eiger dalla parete  Nord per averla sentita raccontare dalla viva voce di cinque dei sei  protagonisti, durante la presentazione del libro di Giovanni Capra “Due cordate per  una parete ” in quei di Merate. Ciò nonostante, una volta iniziato il libro, non sono più riuscito a fermarmi fintanto che l’Armando Aste rivolgendosi al Pierlorenzo Acquistapace, in prossimità della vetta, dice “dai Canela va su te per primo che sei il bocia”. Solo allora, ma ormai era mattino, ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono addormentato. Per non togliervi il piacere della lettura aggiungo solo che in realtà le cordate italiane impegnate sulla Nord non erano due , come suggerisce il titolo , bensi tre. L’abilità di Capra e’ di aver saputo magistralmente raccontare come le vicende delle tre cordate si sono intrecciate tra loro da sembrare quasi la trama di un film, ma questa in realtà e’ una storia vera. 
P.S. : Fausto, ho rivisto il film “Omicidio sull’Eiger , il tuo amico Clint Eastwood non e’  passato dalla fessura difficile, non ha bivaccato nel buco bagnato , non ha fatto il traverso degli dei per raggiungere il ragno bianco. Da qui invece sono invece passate le due cordate che hanno raggiunto la cima in quel lontano agosto del 1962. Ma questa, forse,  e’ un’altra storia.

Uno sciocco piacere

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“Camminare per le montagne è uno sciocco piacere” disse il Dalai Lama a Heinrich Harrer nel film Sette anni in Tibet. Il Compassionevole, l’Oceano di saggezza e’ in grado di scendere in se stesso e di uscire dalla nostra prigione materiale e morale senza bisogno di salire, di faticare. Ma noi che viviamo in citta’, che mangiamo senza fame e beviamo senza sete, che ci stanchiamo senza che il corpo fatichi, che rincorriamo il tempo senza mai raggiungerlo, noi  abbiamo bisogno di riprenderci le nostre vite, ti trovare una strada che ci riporti al centro di noi stessi. Lo scrittore Carlo Grande, nel suo ultimo libro, sostiene con valide argomentazioni che questa strada è  quella che conduce alle “Terre Alte” cioè allla montagna . Una montagna fatta di bellezza, di fatica, di solitudine e silenzio: valori poco alla moda, che aiutano a vivere. Frequentare la natura e le “Terre Alte” e’ un modo fondamentale per ritrovare dignita’, poesia, contemplazione. Cio’ che di buono, insomma, si agita di tanto in in tanto nel nostro animo. La montagna esalta la nostra capacita’ di sopportazione, di sacrificio e di tolleranza, immergerci nel silenzio delle valli ci insegna la fertilità della solitudine’, il mutuo soccorso ci mostra  il valore vero dell’amicizia.

Val Roseg

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Il Trenino Rosso del Bernina e’ stato inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’ Unesco in data 7 Luglio 2008 come esempio tecnicamente avanzato di gestione del paesaggio di alta montagna e come ferrovia a scartamento ridotto tra le più spettacolari del mondo. Il treno percorre un tratto di ferrovia di 145 km con partenza da Tirano e arrivo a Chur. La quota massima raggiunta è di 2.253 metri al passo del Bernina; la minima, a Tirano, è di 429 metri sul livello del mare, con una differenza di 1.824 metri percorsa ad aderenza naturale, senza l’uso di sistema a creamagliera, con pendenze che arrivano al 70 per mille. La costruzione della intera linea risale al 1910, e

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il servizio vi ha effettuato la prima corsa nel 1913, il tratto Tirano-Sankt Moritz era stato però già inaugurato il 1º luglio 1908.

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