L’escursione di questa settimana ha uno sviluppo ad anello con partenza e arrivo a Premana e si snoda tra la Val Fraina e la Val Varrone passando dalla bocchetta di Larec. L’escursione non presenta difficoltà particolari, ma e’ sconsigliata a chi non possegga un’ adeguata preparazione fisica. Si raccomanda una sosta al Rif. Casera Vecchia di Val Varrone, ottimi i dolci, parola di goloso.
Normalmente non torno mai nei luoghi in cui sono già stato, ma per il Rifugio Benigni ho fatto un’eccezzione. La prima volta che vi salii c’era un tempo da lupi al punto
che in prossimità del rifugio sentivo sventolare la bandiera ma non riuscivo a vederla, quel giorno non potei rendermi conto dell’ambiente circostante, riuscii solo a percepire una inconscia magica atmosfera. Oggi in compagnia di mio figlio, dopo un tira e molla di due giorni per via del tempo instabile, sono risalito.
Se la prima volta e’ stata bagnata, la seconda c’e mancato poco, comunque anche oggi non sono riuscito a godere a pieno della magica atmosfera di questo luogo, ma come dice una vecchia canzone ” la strada la sai, ritorna se vuoi ” …
Dopo 100 anni dal ritrovamento del meccanismo di Antikitera, su cui gli scienziati ancora si interrogano sul reale utilizzo, un nuovo ritrovamento al Passo del Gavia
scuote la comunità scientifica. Si tratta di un antico barometro antecedente a Torricelli. Qualcuno fa risalire il suo utilizzo all’uomo di Similaun, 5000 anni fa. Se incerta è la sua datazione storica, bisognerà a tal proposito attendere i risultati delle analisi col metodo del carbonio-14, inequivocabile è la sua precisione scientifica. Al Dipartimento di Metrologia del Politecnico di Milano ci si interroga sul come, un nostro così lontano progenitore, potesse definire una scala per la misura delle condizioni meteorologiche rimasta valida fino ai giorni nostri.
“Io, il paradiso me lo immagino così, magari con più donne”. Così in componente del gruppo, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha definito la Val Montanaia. Al di là di ogni credo religioso, penso a nessuno dispiacerebbe se fosse così.
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Pechino 8 agosto 2008,
Cerimonia di apertura dei giochi olimpici
Milioni di spettatori ….-1
Free Tibet
Essendo un fedelissimo letttore di Mauro Corona avevo sentito’ piu volte nominare il Campanile di Montanaia, ma non avrei mai creduto che fosse cosi bello. Corona dice di esserci salito almeno 200 volte e, dato che la matematica non e’un opinione, questo vuol dire almeno 4 o 5 volte l’anno. Confortato da questo dato statistico mi aspettavo di trovare traccia del suo passaggio presso il Rifugio Pordenone. Chissa quante volte, mi ripetevo, Corona si sarà seduto in quell’angolo a meditare davanti a un bicchiere di rosso con il toscano spento tra le labbra. Ma per quanto sia stata minuziosa la mia ispezione alle foto sulle pareti, di Corona nemmeno l’ombra. Poi riflettendo meglio ho e’ realizzato che è nello stile del personaggio non lasciare tracce : un animale selvatico che vive in simbiosi con la natura si guarda bene da lasciare tracce pena la sua estinzione o l’estinzione del suo abitat e questo Mauro Corona lo sa bene.
Oggi, la mia abitudine di camminare a testa china, e di seguire la traccia a terra mi ha giocato un brutto scherzo. Il perche’ e’ subito detto: così facendo non ho visto un cartello segnavia sulla sinistra e ho continuato dritto. Risultato ho perso contatto con miei compagni, e mentre loro si dirigevano a passo spedito verso la Forcella di Scodavacca, io arrancavo sulla ripida salita che conduce alla Forcella Montanaia, è superfluo aggiungere che le due direzioni sono divergenti. Scomparsi però, gli ultimi pini mughi e non vedendo i miei forti compagni arrancare sul ripido ghiaione davanti a me ho realizzato di aver sbagliato sentiero. Comunque, per un verso o per l’altro sono riuscito a recuperare la situazione ormai compromessa e ricongiungermi a loro, giusto appunto per la cena al Rifugio Giaf.
E come dice Nick Carter : Tutto e’ bene quel che finisce bene e l’ultimo chiuda la porta.
Escursione lunga, faticosa, ma gratificante. Due ripide salite, la prima all’inizio del percorso, la seconda alla fine, nel mezzo una tranquilla, anche se lunga, camminata in compagnia del torrente. Questa in summa sintesi lo sviluppo del percorso
