Sodadura

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E dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto.. No, non mi sto lasciando andare a  intonare la prima strofa della canzone dello spazzacamino, volevo solo raccontarvi come mi sono appisolato, sabato,  sulla terrazza del  Rifugio Nicola. Come stavo dicendo dopo essermi saziato abbondantemente al rifugio per riprendermi dalle fatiche della mattina, mi sono steso su una sdraio, proprio di rimpetto al Sodadura, e mentre i tiepidi raggi di sole mi accrezzavano il volto, mi sono abbandonato a fantasticare se era possibile che la sagoma che mi stava davanti non fosse quella del Sodadura ma bensì della famosa piramide di Cheope.  Se la memoria non mi inganna, pensavo,  la piramide di Cheope dovrebbe supererae di qualche decina di metri il centinaio, ora  dato che la quota del Sodadura è di 2010 mt e che il Rif. Nicola è posto a 1890 potrei benissimo si essere  ai piedi della famosa piramide, se poi qualcuno urlasse : lavorate schiavi la cosa assumerebbe connotati quasi reali. Ma per fortuna oggi non è lunedi , oggi è sabato.

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Un bosco firmato Missoni

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L’escursione di questa settimana mi ha portato sui monti di casa mia. Ricordo che da bambino, durante le vacanze estive, partendo da Civiglio e passando da S. Maurizio, dal Cao, dal Fabrizi, dal S. Pietro, ci si spingeva fino al Palanzone. Questa montagna rappresentava per noi bambini il limite dove erano poste le Colonne d’ Ercole del nostro mondo. Di là del Palanzone l’ignoto. Ricordo anche che, giunti in prossimità della bocchetta di Palanzo, (a quel tempo mi era sconosciuta la denominazione toponomastica del luogo ) si abbondanava il più comodo sentiero e ci si inerpicava su per i fianchi erbosi (la scorciatoia ) giungendo in vetta stremati. Era una grande soddisfazione. Poi dopo aver colto qualche narciso si tornava a casa cantando ” Quel mazzolin di fiori che vien dalla montagna ……” Anche ieri sono arrivato in vetta , seppur per altra via, con lo stesso affanno con cui ci arrivavo da bambino anche se ieri non c’era il sole , non c’erano i narcisi e non abbiamo cantato “Quel mazzolin dei fiori ……” . Ma  come dice Vasco : Va bene così. Link all’Escursioni

Sulle orme degli “spalloni”

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Con tale termine , nel dialetto comasco, si indica coloro che praticavano l’attività di contrabbando (sfroso) delle sigarette (bionde).  Una  figura romantica, quasi eroica, di chi  dietro compenso, attraversava il confine  di notte portandosi un carico di 30 Kg  (bricolla) sulle spalle . Questa attività, terminata negli anni 70, ha visto come attori gli “sfrosadori” da una parte, e i finanzieri dall’altra e come teatro le montagne del comasco. Cosa è rimasto ? La scenografia . Una scenografia costruita negli anni nel tentativo di arginare il fenomeno del contrabbando, fatta di mulattiere, sentieri, e caserme della Fiamme Gialle che ora sono stati trasformati in percorsi di trekking e rifugi alpini. L’escursione di questa settimana  ripercorre uno di questi  sentieri : quello che partendo dal  Monte Bisbino conduce al Rif. del Prabello sotto il Sasso Gordona.

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Una tragggedia

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La settimana scorsa, parlando con Fausto, avevo suggerito, per non i ripetere i soliti percorsi, di cercarne di nuovi tra quelli scarsamente conosciuti e documentati, in modo da tener alimentato il piacere di vedere posti nuovi. A sostegno della mia tesi ricordavo che Bonatti, si era dovuto aprire un sentiero col macete per vedere il Cerro Torre, mentre noi  quarant’ anni più tardi,  c’eravamo limitati a seguire i pochi cartelli indicatori dislocati lungo i 250 km di strada sterrata che congiungono El Calfate a El Chalten. “Dictum Factum”. Questa settimana, durante la nostra consueta escursione, avendo perso le scarse tracce del sentiero, abbiamo dovuto cercarci un passaggio alternativo, risalendo un ripido pendio immersi in un fitto bosco di faggi. Mentre arrancavo faticosamente sul pendio, per non scivolare in continuazione mi aiutavo aggrappandomi ai rami, che essendo il più delle volte secchi, si spezzavano facendomi comicamente ruzzolare all’indietro. Se Carlo Verdone avesse assistito ala scena avrebbe senz’altro esclamato : Una tragggedia ( con 3 g ). Ma come potete vedere dalla foto, subito dopo aver raggiunto il Rif. Buzzoni, Fausto ha già dimenticato le fatiche di quello che definirei “un incidente di percorso “.

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Zaino in spalla, man in sacocia e sù

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Il titolo di questo Post sintetizza , nel mio idioma nativo, lo spirito con cui ho affrontato l’ escursione di questa settimana che ci ha portati al Rifugio Casera Vecchia di Varrone. La traduzione, per chi non è di queste parti è : non curarti del freddo, non pensare alla meta, fatti coraggio e vai. Cosi passo dopo passo con il sole negli occhi , che ci costringeva a tenere la testa bassa, abbiamo risalito l’ombrosa Val Varrone. Sarà stato per il freddo, sarà stato per il sole abbagliante, sarà stato per il vento fastidioso, ma devo confessare che non vedevo l’ora di arrivare sù. Mi consolava il fatto che al rifugio avrei assaggiato la tanto declamata dalla bradipessa “panna con le castagne “, ma anche qui, come spessso capita nella vita, non sempre è possibile avere ciò che si desidera ma bisogna scendere a compromessi: così invece di gustare la “panna con le castagne”, mi sono deliziato con il “gelato con le castagne” , alla faccia del freddo che mi costringeva a tenere  le mani in tasca.

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Funivia Magnago – Piani d’Erna

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Il Post di questa settimana e’ dedicato alla funivia dei Piani d’Erna , che dopo piu’ di 40 anni, lunedi 15 ottobre termina il servizio. Il futuro di questo impianto e’ incerto, voci dicono che dopo i lavori invernali di ristrutturazione, nel prossimo mese di giugno l’impianto riprenderà il servizio. Ma, mancando dettagli sui lavori di ammodernamento, sono pochi a credere che tale scadenza verra’ rispettata. Speriamo……

Gli appassianati di impianti a fune, ed in particolare quelli che sono legati a questo impianto, possono trovare al link sotto riportato tutti i dettagli tecnici .

 

Funivia Malnago – Pizzo D’Erna

La meta dell’ escursione di questa settimana e’ stata la salita alla cima del Resegone attraverso il sentiero delle Creste N 571

 

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