Piz Languard (CH) – Ricognizione
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Nella foto scattata sulla vetta del Piz Languard ci sono: 2 svizzeri, 2 polacchi, 1 sud-tirolese e c’e il solito Minoia
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Nella foto scattata sulla vetta del Piz Languard ci sono: 2 svizzeri, 2 polacchi, 1 sud-tirolese e c’e il solito Minoia
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In attesa che inizii l’estate un piccolo intermezzo musicale sui prati del Pialeral. E come sempre protagonista del post, il compagno di merende Piero, visibilmente soddisfatto non tanto per l’esecuzione musicale bensì per la sosta tecnica che siamo stati costretti a fare al Rifugio Antonietta.
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If at first you don’t successed Try, Try again. E noi, tanto per non essere da meno degli anglosassoni ci abbiamo provato tre volte: prima dalla ferrata della Madonnina del Coren, poi dalla normale del Coren sotto un diluvio pazzesco, oggi partendo da Catremerio siamo riusciti a salire sulla cima stregata del Castel Regina. E anche questa è fatta. Ora che abbiamo rotto l’incantesimo e dimostrato quello che c’era da dimostrare, possiamo cambiar zona. Non è vero Piero ?
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Se la settimana scorsa non siamo riusciti a passare davanti attraverso la ferrata, questo settimana abbiamo riprovato da dietro,attraverso la normale. Questa volta a complicarci la vita è stata la pioggia, ma alla fine anche se bagnati siamo arrivati in vetta.
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Quello che ricorderò a lungo di questa escursione, più che i laghetti, sono la quantità di massi su cui ieri ieri abbiamo camminato. Sassi di tutte le dimensioni, sassi di tutte le forme, sassi in tutte le sfumature di colore marrone, sassi che nel corso dei millenni si sono incastrati cosi bene tra loro da sembrare inamovibili, sassi su cui con lento incedere ci siamo guadagnati i laghetti di Sassersa. Non son sicuro di quanto sto per dire ma penso che la radice etimologica del toponimo “Sassersa” sia riconducibile alla moltitudine di sassi disseminati lungo i fianchi della valle. Comunque sia è una bella ravanata.
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Ferrata abortita a poche decina di metri dalla cima del Coren per mancanza di grip. Il grip necessario per risalire in spaccata la stretta e oscura cavità nella foto che conduce in breve al Crocione sommitale del Coen. Nonostante il disappunto di aver mancato l’obbiettivo ci siamo divertiti e aver percorso a ritroso la via ferrata dell’andata per tornare alla macchina non è cosa da tutti. Possiamo ritenerci soddisfatti !
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Nella foto l’amico Piero Minoia, visibilmente accaldato, che si disseta alla sorgente del Lambro, uno dei fiumi più inquinati d’Italia, ma qui dove nasce l’acqua è freschissima, purissima, buonissima. Prosit !
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Questa escursione promossa dal CAI di Calco e ottimamente coordinata dal giovane Mirko e dai suoi assistenti ha tutti i crismi per essere presa in considerazione dai “Ragazzi di via Bazzini”. Poco meno di 1600 m di dislivello uno sviluppo di circa 9 km, questi i dati salienti per i dettagli il mio Slide Show. Let me Know Enzo