Rifugio Gianetti

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Rifugio Gianetti

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Il rifugio Gianetti, una delle classiche escursioni della Val Masino, è posto nel cuore del circo più alto della Val Porcellizzo, al cospetto delle sue celebri cime, i pizzi Badile (m. 3308) e Cengalo (m 3370 ). Questo rifugio è inserito in una mia personale classifica tra quelli della categoria “Bastard Inside ” per la sua caratteristica, del resto comune a molti altri, di apparire durante la salita, come ormai raggiunto, quando in realtà, è ancora molto distante. Forse nei ricordi di Daniela rimarrà impressa, non tanto la beffarda sensazione di aver raggiunto il rifugio anzitempo, bensì l’illusione, piu’ volte provata sulla via del ritorno, di essere di nuovo finalmente tornata a fondo valle. Se nell’ immaginario collettivo spesso

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si associa al Calvario la salita, per Daniela il vero Calvario è stata la discesa, ma come diceva Einstein, tutto è relativo, e se il tempo lenisce ogni male senz’altro lenirà anche il mal di piedi di Daniela, questo almeno, secondo il mio modesto parere.

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Cresta di Piancoformia (Grignone)

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 Cresta di Piancoformia

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Che la Grigna fosse una montagna carsica piena di buchi che hanno fatto la fortuna della Valsassina con le sue grotte naturali x la stagionatura dei formaggi lo sapevo, quello invece ignoravo fino a poco tempo fa è che una di queste cavità è in assoluto la terza piu’ profonda d’ Italia. Il nome di questa anfratto è “Viva le donne” e la sua apertura di ingresso si trova sulla cresta di Piancoformia. Dopo questa premessa penso sia evidente cosa mi abbia spinto oggi a salire di nuovo sul Grignone per la via di Piancoformia. Anche se non segnalata con un cartello indicatore sono riuscito a localizzare l’ingresso. Ora anch’io so dov’è.

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Riparte la Funicolare Como Brunate

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La nuova Funicolare Como Brunate

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Abbandonato il giallo che ha sempre contraddistinto le vetture dello storico ultra centenario impianto a fune,

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sono lieto di annunciare con una punta di mal celato orgoglio che venerdì 12 Agosto riprende il servizio della Funicolare di Como Brunate. Per la prima volta nella sua storia le due nuove vetture, in stile liberty avranno differente colorazione, malva per la numero 12 e rosso fiammante per la 13. Il Bruco, così si chiameranno le nuove vetture progettate dallo studio di architettura Mya di Milano su commissione del proprietario e gestore dell’impianto CPT e ATM, avranno un peso un peso di 13 tonnellate per circa 13 metri di lunghezza, nonostante lo scheletro sia in alluminio. Le nuove carrozze avranno spazi più accoglienti in stile un po’ retrò. Un ritorno ai sedili con strutture di legno, ai corrimano in ottone bronzato, alle balaustre dei gradini interni, tutto in stile liberty, come le lampade in ottone interne ed esterne. 24 posti a sedere e 56 in piedi, totale 80. Cinque porte a scorrimento al posto delle vecchie tre.

Let me Know

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Meteo

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Anche oggi è andata buca, avevo programmato un escursione in Svizzera ma  a causa delle pessime previsioni meteo e non avendo un piano alternativo su cui ripiegare sono rimasto a casa. Gli esperti dicono che bisogna andare a ritroso di 40 anni per trovare una situazione meteo analoga. Ma adesso è troppo non ne posso più, di questo passo non potendo scrivere di montagna dovro’ anch’io iniziare a scrivere ricette di cucina come fa Silvia, meglio conosciuta in rete con lo pseudonimo di  “Bradipessa” dal nome del suo Blog? No io non potrei, io non amo cucinare, al massimo potrei insegnarvi come sopravvivere cucinando col forno a micro-onde i prodotti surgelati di Esselunga. Ma allora visto che la cucina non mi è congeniale con che cosa potrei intrattenervi in attesa che il tempo torni di nuovo al bello e possa di nuovo relazionarvi sulle mie escursioni?  Let me Know.

Alta Via del Granito 3/3

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Alta Via del Granito 3/3

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Terza ed ultima tappa, quella che però, che con la salita alla Cima d’Asta rappresenta la ciliegina sulla torta del nostro trekking. La più emozionante. Si sale per un ripido canalone alla sinistra della parete meridionale della Cima d’Asta in cui  ad ogni piè sospinto si guadagna considerevolmente quota , e una volta in uscita dal canalone con un lungo traverso in cresta si raggiunge la Croce sommitale ( 2847 m ). Peccato che ha queste punto le batterie della mia macchina fotografica abbiano iniziato a fare le bizze a causa del freddo non consentendomi di immortalare le sensazioni provate come avrei voluto. Ma accontentiamoci, poteva anche grandinare come la sera precedente, ed allora sotto una pioggia scrosciante e sferzati dalle raffiche di vento, certamente non avrei assaporato quelle emozioni che ti fanno fare  gli ultimi passi trattenendo  il respiro e raggiungere la meta in debito di ossigeno. E’ una sensazione bellissima che molto probabilmente anche voi  provate ogni qual volta raggiungete la vetta.

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Alta Via del Granito 2/3

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Alta Via del Granito 2/3

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Seconda tappa del nostro trekking del granito, quella dal Rifugio Coldenave al Rifugio Brentari, la piu’ impegnativa delle tre, per buona parte della giornata immersi nella nebbia che ci ostruisce la visuale. L’arrivo al Passo Socede con il sottostante laghetto e il Rifugio Brentari pone fine alle tribolazione della interminabile salita, che mi più volte mi ha fatto ripetere mentalmente: ma quando finisce questa c… di salita ? una vera liberazione, ora potevo immaginare quello che di lì a poco sarebbe

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accaduto: essere seduto ad un tavolo del rifugio con una tazza di the fumante nella sinistra e sminuzzare con la destra lo strudel nel piatto con un savoir fair non proprio da lord inglese.

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Alta Via del Granito 1/3

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Alta Via del Granito 1/3

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A

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volte la che la sopravvivenza in montagna bisogna inventarsela. Su questa montagna marginale, fuori delle rotte del turismo di massa, si sono utilizzati i sentieri , teatro delle battaglie di posizione della Prima Guerra Mondiale creando l’Alta Via del Granito che collega tra loro il Rifugio Brentari e il Rifugio Caldanave con il sottotostante ristorante di Malga Sorgozza da cui prende inizio l’anello. L’ambiente è sempre molto austero, per i colori scuri delle rocce, per le grandiose distese di massi e il senso di solitudine che accompagnano l’escursionista. Da segnalare il piccolo Rifgio Caldenave, meta della nostra prima tappa, posto sul fondo di una verdissima valle attraversata da un sinuoso torrente e dai modi gentili e garbati con cui veniamo accolti dal suo gestore degni di un vero maggiordomo inglese .

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Di nuovo sul Legnone

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Rifugio degli

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Dopo essere salito qualche settimana fa sul Legnone col CAI di Burago per la classica via dai Roccoli Lorla, oggi sono tornato, come lupo solitario, sulla sua cima per la meno frequentata via della cresta Sud. Più impegnativa della prima quest’ultima parte da Pagnona in Valsassina e si sviluppa sul versante SUD-OVEST del Legnone lungo l’antica strada militare voluta da Cadorna. Un vero capolavoro di ingegneria militare se si pensa che a quel tempo (100 anni fa ) il progettista poteva far uso per la definizione del tracciato delle sole tavole trigonometriche, nessun calcolatore, niente GPS , niente puntatori Laser, forse nemmeno il Teodolite, eppure a distanza di cento anni questa strada realizzata senza l’ utilizzo del cemento utilizzando la sola forza di gravità come collante per tenere fra loro uniti i blocchi di pietra fa ancora bella mostra di se’. Per chi volesse verificare di persona ciò che vi sto raccontando metta in preventivo non meno di 5 ore per la sola salita con passo di chi, seppur

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non più giovane, è comunque allenato. Un’ultimo consiglio: anche se il vostro grado di preparazione atletica non lo richieda fate comunque una breve sosta al rinnovato Rifugio Griera per salutare la simpatica rifugista. Ricordate che la montagna, come la intendiamo noi, continuerà a esistere se daremo la possibilità a questi giovani imprenditori della montagna di sopravvivere.

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Rifugio degli Angeli

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Rifugio degli Angeli

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Tutti quelli che come me hanno l’abitudine di documentarsi prima di effettuare un’ escursione avranno senz’altro letto che  l’attuale Rifugio degli  Angeli nasce sulle ceneri di uno pre-esistente dedicato a Clea Scavarda e distrutto da un incendio nel 1990. Chi fosse Clea Scavarda e i motivi che hanno portato a scegliere l’attuale nome non mi è dato di saperlo; certo è quando ho scattato la foto sopra riprodotta, felice di aver raggiunto ormai la meta, mi sono sentito sollevato dalle fatiche della salita come se mi fossero per incanto spuntate le ali. Suggestione derivante dal nuovo nome dato al rifugio, o effetto della ipossia,che  a queste quote comincia a manifestare i suoi effetti? Chi puo’ dirlo? Quello che invece posso dirvi è che questo rifugio è uno dei tanti  appartenenti all’ Operazione Mato Grosso a cui va tutta  la mia simpatia. Un’ultima annotazione per concludere: Nonostante il nuovo rifugio sia stato inaugurato nel 2005 sulle mappe catastali viene ancora indicato col vecchio toponimo.

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Val Fraina – Val Varrone

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Bocchetta di Larech

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Sfumata domenica scorsa la prevista salita al Castore a causa delle pessime previsioni meteo, mi sono rifatto in settimana unendomi a quelli che d’ora in poi chiamerò i ” Ragazzi di via Bazzini” dal nome della via in cui ogni giovedì questi signori si danno appuntamento alle ore 6  per la loro consueta escursione settimanale. Com’è tradizione le loro escursioni sono sempre caratterizzate  da notevole dislivello o da un lungo sviluppo e anche questa settimana l’escursione non è stata da meno. Accantonata  subito alla partenza l’idea originale di salire al Rifugio Casera Vecchia di Val Varrone, partendo da Premana,  spingersi fino al Rifugio F.A.L.K. per poi tornare a Premana passando dal Rifugio Santa Rita,  perchè ritenuta a scarponi ormai calzati troppo ambiziosa,  si è ripiegato sul più realistico anello Val Fraina – Val Varrone passando dalla Bocchetta di Larech sempre con partenza e arrivo a Premana; obbiettivo piu’ contenuto ma sempre in sintonia con la filosofia delle escursioni del gruppo. Ne sanno qualcosa i miei poveri piedi martoriati dal fondo duro del sentiero in  discesa lungo la Val Varrone. Non vi nascondo che mentre scrivo questo trafiletto i miei piedi sono immersi in una bacinella di acqua ghiacciata; e le prospettive per la prossima settimana, meteo permettendo,  non sono da meno, ma non fasciamoci la testa , anche se sarebbe meglio dire i piedi,  prima di averli battuti. Ciao, “Ragazzi di via Bazzini ” alla prossima.

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