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Questa settimana cedo volentieri la penna all’amica Ombretta, quella sotto l’ombrello rosso, che ha voluto interrogarsi sul perché pur con un tempo che gli anglosassoni non avrebbero esitato a definire “It rains cat and dog” siamo ugualmente andati a camminare. Ecco le sue riflessioni :
Pensavo a cosa spinge ad alzarsi all’alba di una domenica di primavera con previsioni meteo pessime e voler comunque salire in cima al Pizzo Zerna in Val Brembana. Come volevasi dimostrare, la pioggia ci ha accompagnato sin dalla partenza da Carona lungo tutto il ns. percorso, per poi continuare a peggiorare e, più su, trasformarsi in bufera di nevischio, forti raffiche di vento, impossibilità ad avanzare per l’alta neve e quindi la ns. incondizionata resa. Ma nonostante tutto questo, forse ampiamente prevedibile, l’idea di rimanere a casa e dare forfait, senza neanche tentare, non mi ha per nulla sfiorato, ad ogni passo mi dicevo: ora andrà meglio, cambierà qualcosa e comunque è un passo in più verso l’agognata vetta, in fondo questa è la montagna, sudore, fatica, sforzo fisico, guadagnarsi la cima a piccoli step, una vera metafora dai più alti significati. Quando poi però, ci siamo ritrovati seduti in una tipica locanda del posto, davanti ad un meraviglioso piatto di gnocchetti alle ortiche fatti in casa, accompagnati da un buon calice di vino rosso, in una sala con uno scoppiettante, allegro e provvidenziale camino che ha asciugato le ns. stanche ed umide membra, tutto è stato chiaro e mi si è rivelato, ecco perché mi ero alzata quella mattina ed avevo ascoltato la vocina che mi diceva: vai, vai vai..!!! Tutti le riflessioni filosofiche sui grandi sistemi, sono finite alle ortiche (dei gnocchetti) e mi sono ritrovata a pensare che in fondo l’uomo è alla mercé di più bassi e terreni bisogni….!!!”
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