Fuorca Surlej

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Fuorca Surlej

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L’escursione di questa settimana è la ricognizione fatta con Bruno e Piero della gita che il CAI di Burago intende effettuare domenica 24 giugno. Potrei dilungarmi a lungo descrivendovi il panorama che si gode dalla Fuorca Surlej ma forse piu’ di mille parole saranno le mie immagini a convincervi che questa è una escursione che non potete perdere.

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Cornagera e il “Bus della Carulina”

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Cornagera

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La Cornagera, da sempre la palestra d’arrampicata naturale per antonomasia dei bergamaschi. Un ambiente suggestivo fatto di canaloni e “labirinti” racchiusi fra verticali pareti rocciose, tra cui è degna di menzione una strettisima fenditura nella roccia le cui pareti sono cosi vicine da costringere l’escursionista che l’attraversa a chiudersi le spalle per non rimanere incastrato. Un luogo suggestivo che richiama alla mente scene dei film di Indian Jones e che in passato deve aver alimentato così tanto la fantasia popolare da battezzare questo luogo con il toponimo “Bus della Caterina”. Se a me, lombardo doc, è ben chiara l’allusione insita nel toponimo, così non deve essere per chi ha scritto sulla palina segnavia posta all’ingresso della fenditura “Buco Carolina” stravolgendo il significato originario. E’come se si traducesse l’espressione latina “Mutatis Mutandis” in cambiate le mutande.

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Rifugio Bietti – Buzzi

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Porta di Prada

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Una credenza comune, a chi gioca di azzardo,

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è che i numeri ritardatari abbiano una probabilità di uscire maggiore degli altri. Per giustificare questa credenza si invoca la “legge dei Grandi Numeri”. Se è da tanto tempo il diciotto non esce, questo uscirà con maggiore probabilità in una successiva estrazione. Trasposto al meteo potremmo dire che dopo tante domeniche di pioggia la probabilità di una domenica di sole è maggiore. Niente di più sbagliato, la legge di Grandi Numeri non dice questo, infatti anche questa domenica ha piovuto come le precedenti. Tutto questo per dire che le leggi della statistica non ci aiutano certo a determinare il tempo della domenica successiva. E allora cosa possiamo fare? Stare a casa? No, basta scegliersi un percorso con un rifugio sulla via, mal che vada si può sempre mettere le gambe sotto il tavolo, dimenticando che fuori piove. Noi oggi abbiamo fatto così e tutto sommato è stata una bella domenica.

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Val di Barconcelli

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Val di Barconcelli

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L’escursione di oggi prevedeva, partendo da Premana, di raggiungere il Rifugio F.A.L.K lungo l’interminabile Val Varrone. Fortunatamente i Ragazzi di Via Bazzini non sono talebani e, come spesso capita, tornano sulle proprie decisioni. Cosi è stato oggi, giunti all’Alpe Forno hanno deciso di cambiare meta prendendo a destra per risalire la Val di Barconcelli e spingersi poi fino al Rifugio Santa Rita. Anche se non talebani, i Ragazzi di Via Bazzini sono comunque persone determinate ed anche oggi, nonostante la neve li avesse ostacolati non poco, hanno portato a termine un percorso di 22 Km con un dislivello di 1600 m. Roba da Iron Man o, per non escludere nessuno da Wonder Woman, visto che anche Graziella faceva parte del gruppo.

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Pietra Parcellara

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Pietra Porcellara

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C’e una montagna là sull’Appennino, sul

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lato sinistro del Trebbia, in quei di Piacenza, di color marrone scuro e dalle linee rocciose e verticali che contrastano in modo violento con quelli tondeggianti del paesaggi argillosi circostanti. Sebbene la cima raggiunga a malapena gli 836 metri di altezza viene soprannominata il “Cervino della Val Trebbia” per via del suo acuto profilo triangolare. Di natura vulcanica la Pietra Parcellara, e’ ritenuta essere un pezzo del mantello terrestre affiorato dalle viscere del pianeta circa 250 milioni di anni fa. Poco distante un’altro affioramento basaltico, la Pietra Perduca, un luogo mistico e affascinante la cui sacralità del luogo era già conosciuta nella preistoria, ma a parte queste curiosità geologiche, se non soffrite di vertigini, vi consiglio di salire in cima alla Pietra Parcellara lungo la sua rocciosa cresta Sud.

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Pizzo Zerna

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Questa settimana cedo volentieri la penna all’amica Ombretta, quella sotto l’ombrello rosso, che ha voluto interrogarsi sul perché pur con un tempo che gli anglosassoni non avrebbero esitato a definire “It rains cat and dog” siamo ugualmente andati a camminare. Ecco le sue riflessioni :

Pensavo a cosa spinge ad alzarsi all’alba di una domenica di primavera con previsioni meteo pessime e voler comunque salire in cima al Pizzo Zerna in Val Brembana. Come volevasi dimostrare, la pioggia ci ha accompagnato sin dalla partenza da Carona lungo tutto il ns. percorso, per poi continuare a peggiorare e, più su, trasformarsi in bufera di nevischio, forti raffiche di vento, impossibilità ad avanzare per l’alta neve e quindi la ns. incondizionata resa. Ma nonostante tutto questo, forse ampiamente prevedibile, l’idea di rimanere a casa e dare forfait, senza neanche tentare, non mi ha per nulla sfiorato, ad ogni passo mi dicevo: ora andrà meglio, cambierà qualcosa e comunque è un passo in più verso l’agognata vetta, in fondo questa è la montagna, sudore, fatica, sforzo fisico, guadagnarsi la cima a piccoli step, una vera metafora dai più alti significati. Quando poi però, ci siamo ritrovati seduti in una tipica locanda del posto, davanti ad un meraviglioso piatto di gnocchetti alle ortiche fatti in casa, accompagnati da un buon calice di vino rosso, in una sala con uno scoppiettante, allegro e provvidenziale camino che ha asciugato le ns. stanche ed umide membra, tutto è stato chiaro e mi si è rivelato, ecco perché mi ero alzata quella mattina ed avevo ascoltato la vocina che mi diceva: vai, vai vai..!!! Tutti le riflessioni filosofiche sui grandi sistemi, sono finite alle ortiche (dei gnocchetti) e mi sono ritrovata a pensare che in fondo l’uomo è alla mercé di più bassi e terreni bisogni….!!!”

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Moregallo

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Cresta orientale del Moregallo

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Non è la prima volta che salgo in cima al Moregallo, ma è la prima volta lungo il sentiero Ileana e Paolo. Se non fosse che i sentieri vengono identificati con nomi di persona solo in maniera postuma e ” In memoria di ” saprei come battezzare il percorso di oggi, ma la scaramanzia ha le sue regole. Un percorso ad anello, una variante del sentiero Ileana e Paolo che unisce i tratti piu’ spettacolari dei sentieri del Moregallo, un percoso quasi adatto a tutti, il quasi è d’obbligo per via di alcuni passaggi esposti che richiedono passo fermo e assenza di vertigini. Un percorso gratificante, i cui panorami fanno dimenticare le fatiche dei tratti ripidi lungo la dorsale orientale del Moregallo, ma se non credete alle mie parole non vi resta che seguire il consiglio di Guido Angeli (quello della pubblicità Aiazzone di qualche tempo fa ): Provare per Credere. Il tracciato e l relativa descrizione del percorso nella consueta relazione dell’escursione.

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Bolettone

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Panorama sulla Brianza

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Questa mattina,il cielo sopra Vìmercate, anche se ingombro di nubi, faceva ben sperare, poi col passare del tempo le cose sono andate peggiorando, già prima di Lecco il profilo del Moregallo si confondeva sullo sfondo color melanzana. A Valmadrera con le prime avvisaglie del temporale ho avuto l’impressione che qualcuno con voce baritonale, da dietro le nubi annunciasse, l’imminente inizio del giudizio universale. Indeciso se entrare in una chiesa per chiedere perdono dei miei peccati o cercare rifugio in qualche baita di montagna e aspettare in piacevole compagnia il verdetto finale, alla fine convenendo che non fosse ancora giunto il momento ho cercato con occhio indagatore un segno all’ orizzonte che mi indicasse un luogo dove l’ira di Dio si fosse già placata. Seguendo quel segno mi sono ritrovato coaì alle pendici dei monti di casa mia, e qui la scelta della meta odierna non poteva cadere che sulla cima del Bolettone.

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Rifugio Rosalba

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Rifugio Rosalba

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Una delle “features” della mia inseparabile compagna di escursioni, la Olympus SX20, era quella di riconosce il profilo di un cane o di un gatto e di scattare loro una foto automaticamente, senza che io premessi il pulsante dell’otturatore. Sinceramente questa era, tra le sue modalità di utilizzo, la meno apprezzata da me. Ma ora non e più’ così, dopo aver modificato il suo Firmware, la mia macchina fotografica riconosce altri profili, non più il muso dei nostri animali domestici,e valuta inoltre l’opportunità o meno di scattare loro una foto. Oggi, mentre io mi perdevo con lo sguardo nel paesaggio che si gode la Rifugio Rosalba, la mia macchina fotografica ha scattato in modo del tutto autonomo la foto

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sopra riprodotta, ovviamente dopo aver valutato che il profilo del soggetto identificato era degno di essere immortalato.

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Non trovate che se Olympus modificasse i profili da riconoscere venderebbe un maggior numero di macchine fotografiche? Io penso di si.

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Fml Forte

Alpe Foppa

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Alpe Foppa

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“Se la fortuna è cieca la sfiga ci vede bene”, cosi oggi proprio a causa di quest’ultima ho dovuto trasformare,così su due piedi, la programmata escursione per cresta sul Monte Tamaro in una visita alla Chiesa di S. Maria degli Angeli posta proprio all’inizio del sentiero che dall’Alpe Foppa porta al Monte Tamaro. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli dell’architetto ticinese Mario Botta è quello che, a detta di molti, è un riuscito connubio tra montagna e architettura. L’Arch. Mario Botta è lo stesso progettista che ha firmato il complesso in mattoni rossi di Piazza Marconi a Vimercate di cui noi abitanti non andiamo particolarmente fieri. Come si suol dire “Non tutte le ciambelle vengono col buco”, comunque, seppur senza buco noi vimercatesi possiamo vantarci di avere una ciambella di Mario Botta.

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