Culmine di San Pietro – Piani di Artavaggio
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Rifugio Capanna 2000
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E dopo la lezione sulla Land Art su fino alla Capanna 2000 proprio sotto la cima del Pizzo Arera. Una bella montagna che senz’altro sarà rivalutata dalla istallazione della Cattedrale Vegetale di Mauri ma che trarrà maggiori vantaggi se si avrà il coraggio dei demolire con la dinamite le obsolete infrastrutture dei dismessi impianti di risalita. Speriamo!
Cattedrale Vegetale del Pizzo Arera
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A pochi chilometri da Oltre il Colle a Zambla Alta, lungo il sentiero che dalla località Plassa sale al Rifugio Capanna 2000 sta prendendo forma una installazione di quel filone artistico che oggi giorno va sotto il nome di Land Art. Di seguito la scheda preparata da Ombretta, mia compagna di escursione odierna nonché esperta di Storia dell’Arte, su questa nuova forma d’arte.
“Chi ha sempre pensato che un’opera d’arte la si possa ammirare solo in un museo od in uno spazio ad essa deputato, dovrà ricredersi varcando le soglie di questa che si può definire a tutti gli effetti una cattedrale, perché proprio dell’edificio religioso reca le fattezze e anche un pò l’aura mistica. Tipico esempio di connubio tra arte e natura, la Cattedrale vegetale di Oltre il Colle, è felicemente posizionata su di un panoramico poggiolo attorniato da alcune delle più alte cime delle Orobie bergamasche: di fronte la lunga cresta del monte Alben, alle spalle il maestoso Pizzo Arera e li vicino la Cima Grem. Espressione di quella corrente artistica che porta appunto il nome di Land-Art o Earth Art, che partendo da un’idea o meglio da un concetto iniziale dell’artista, in questo caso dello scomparso Giuliano Mauri, utilizza prodotti della natura e contando sul loro naturale e progressivo cambiamento, instaura un continuo colloquio tra la natura appunto e l’uomo. Un’opera d’arte sempre in divenire, mai uguale a se stessa, cambia e si rinnova in ogni stagione, ma sempre in grado di offrire uno spettacolo davvero particolare.”
Un nuovo Anno carico, carico, di escursioni
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Si cercano sempre parole speciali per fare gli Auguri per il Nuovo Anno, a volte con scarso successo. Sapendo però che i pensieri migliori sono quelli che arrivano
direttamente dal cuore ho pensato di non usare le parole bensì la musica. Una musica che ormai dovreste associare alla mia persona perché è la sigla delle’indice delle mie escursioni. Non so perché Piero Angela scelse come sigla di Super Quark l’Aria sulla Quarta Corda di Bach, so che io scelsi Canone in RE Maggiore di Pachelbel per il mio Blog perché la trovai di buon auspicio, spero che lo sia anche per voi.
Monte San Primo
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Se il Lago di Como ha la sua caratteristica forma a Y rovesciata, lo dobbiamo al Monte San Primo, la montagna più alta del Triangolo Lariano e di tutta la Brianza. Bisogna tornare molto indietro nel tempo, alla glaciazione del Quaternario, per immaginare l’immane colata di ghiaccio che scendeva dalla Valtellina verso la pianura. Nel suo lento movimento verso sud, il ghiacciaio ha inizialmente scavato il profondo solco che oggi vediamo da Colico a Bellagio ma, arrivando a ridosso delle pendici del Monte San Primo, ha dovuto necessariamente dividere il suo corso nei due rami di Lecco e di Como dando al lago, che successivamente ha preso il posto del ghiacciaio, la sua inconfondibile fisionomia.
Monte Due Mani
Galaverna o Calabrosa ?
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A seguito del mio post “Un giorno da Grignone” ho ricevuto alcune mail che mi chiedevano se la strana formazione di cristalli di ghiaccio sulla Croce del Grignone fosse dovuta al fenomeno della Galaverna. A onor del vero la domanda mi ha colto impreparato, ma con l’aiuto di Wikipedia sono giunto alla conclusione che il deposito di ghiaccio che ricopre la Croce va sotto il nome di Calabrosa e non di Galaverna per i motivi che riporto qui di seguito. La Calabrosa è un deposito di ghiaccio che si produce in caso di nebbia sopraffusa, cioè con temperatura inferiore a 0 °C, generalmente tra -2 °C e -8 °C. Si produce per la solidificazione rapida di gocce generalmente grosse di nebbia sopraffusa. Al contrario della Galaverna, costituita da aghi di ghiaccio, la Calabrosa è formata da una crosta piuttosto compatta di ghiaccio con granuli che lo rendono simile a una spugna, a causa delle bolle d’aria che vi si trovano. Il colore è biancastro, se sottile è semi-trasparente. Sulle superfici la calabrosa può formare depositi di grande spessore, specie con vento forte. La densità è maggiore della galaverna, per cui può spezzare per via del peso molto i cavi elettrici e i rami degli alberi. Gli anglosassoni usano designare la Calabrosa con il termine Hard Rime, mentre usano la forma più leggera di Soft Rime per Galaverna. Cuntent Sergio ? Cuntent Paola ?
Rifugio Riva
Un Giorno da Grignone
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Mentre i protagonisti del film “Un mercoledi da leoni” aspettavano con impazienza di cavalcare l’onda anomala, io, che surfista non sono, aspettavo da molti anni di salire sul Grignone per fotografare la strana formazione di cristalli di ghiaccio che si forma in particolari condizioni ambientali sulla Croce del Grignone. Ebbene quel giorno è venuto anche per me, oggi non è mercoledì, oggi è domenica ma poco importa, finalmente si è avverato un sogno. E se in futuro qualcuno salendo al Brioschi potrà godere di un simile spettacolo dica semplicemente ho avuto un “Giorno da Grignone” e noi tutti capiremo.