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La Monte Rosa Huette è stata inaugurato nella primavera del 2010 sul ghiacciaio di Gornergrat, sul versante svizzero del Monte Rosa, ad un’altezza di 2883 metri. E’, probabilmente, il più avveniristico e particolare rifugio di montagna al mondo. L’aspetto più sconvolgente della costruzione sta nella sua architettura. Non è proprio il classico chalet o la baita in legno. La Monte Rosa Huette è un edificio di 5 piani che offre un panorama unico, da mozzare il fiato. La facciata si presenta con una struttura di cristallo di roccia sfaccettato,un perfetto equilibrio tra design ed alta tecnologia. Il progetto, ideato da alcuni ricercatori dell’EMPA (Istituto Nazionale Svizzero per la ricerca nel campo dei materiali) è innovativo anche in termini di eco-sostenibilità, essendo autosufficiente al 90%. Questo manufatto è stato realizzato con elementi strutturali in legno, prodotti con macchine a controllo numerico. Tutti gli elementi prefabbricati sono stati trasportati in treno fino a Zermatt e successivamente portati sul ghiacciaio in elicottero. Sono stati necessari 3.000 viaggi in elicottero e 35 addetti per l’assemblaggio. Secondo il Club Alpino Svizzero si è trattato della più complessa costruzione in legno mai realizzata in Svizzera. La caratteristica principale del progetto è, la capacità di catturare la luce naturale. La grande sala da pranzo al piano terra, grazie ad una finestratura continua, permette di ammirare pienamente lo spettacolare panorama alpino e di goderne i molteplici punti di vista. Vi sono,inoltre, altre numerose aperture che consentono anche alle sale interne di usufruire di tutta la luce generata dal sole. L’energia elettrica per l’illuminazione e gli elettrodomestici viene prodotta da un impianto fotovoltaico di 85 mq posizionato sulla facciata rivolta a sud. L’energia in eccesso viene accumulata per garantire la continuità della fornitura, anche in assenza di sole. Un ulteriore impianto di collettori solari termici di 35 mq fornisce la’acqua calda alle docce locate su ogni piano. Nei periodi di maggior consumo inoltre, entra in funzione una centrale termica integrativa alimentata con olio di colza. Gli interni presentano una notevole libertà distributiva caratterizzata dal calore degli arredamenti in legno naturale grezzo, trattato con raffinatezza tale da evidenziare e accentuare le venature delle travi. Il rifugio non è propriamente un progetto a basso costo. Sono stati spesi circa 5,7 milioni di franchi svizzeri. Ha una capienza ricettiva di 120 persone. Possiamo parlare di nuovo archetipo? Certamente ci troviamo di fronte a un’architettura lontana da nostalgie romantiche e tradizioni, proiettata verso nuove concezioni formali e culturali in grado di conciliare attenzione all’ambiente, innovazione e valore economico e destinata a far parlare di sé per molto tempo ancora.