Monte Melma
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Scommetto che la maggior parte di voi non è mai salito su questo monte, tanto più non sa dove si trova, molto probabilmente ciò dipende dal nome poco invitante, eppure è una montagna che merita di essere rivalutata. Una montagna, come si usa dire oggi a Km zero, è alla periferia di Lecco, non eccessivamente alta, ben esposta e quindi mai innevata. Un dislivello contenuto ma con pendenza sempre accentuata fanno di questo monte un luogo ideale per tenersi in forma.
S. Martino di Lecco
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Salire sul San Martino da Lecco per il sentiero N 53, il cosiddetto “Sentiero dei Pizzetti” e’ sempre gratificante. E’ un escursione da prendere in considerazione quando non si ha voglia di andare molto lontano da casa, quando il tempo a disposizione non è molto, o quando semplicemente no si ha voglia di fare molto dislivello. Nonostante ciò non è un escursione da sottovalutare, sconsigliata a chi soffre di vertigini e da fare con la massima attenzione, concedendosi durante la salita alcune soste nei punti più esposti per godere delle magiche atmosfere di Lecco e della pianura sottostante.
Grignone
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Anche quest’anno, come consuetudine nella prima domenica di dicembre, la salita al Grignone con gli amici del CAI di Burago. A onor del vero il termine salita è riduttivo, perché’ salire sul Grignone per la via invernale è una grande festa. Un lungo serpentone di persone che si snoda sulle ripide pendici del versante Sud del Grignone animate dallo stesso desiderio : superare i 1600 m di dislivello che separano il fondo valle dalla cima. E’ una volta in vetta l’emozione non è finita perché, dopo una breve sosta, bisogna pensare all’ardita discesa.
Baite Comolli
Fare click sulla foto x ingrandire Chi avrà piu’
freddo il cane in
pelliccia o il padrone a gambe scoperte? A me sembra che soffra meno il cane, visto poi che il padrone ha si le gambe scoperte, ma ha le mani guantate e il cappello sulla testa. Problemi circolatori ? Può essere. Anteprima Slide Show
Rifufio Elisa
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Grignetta per la Cresta Sinigaglia
Monte Carone
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L’escursione odierna ha tutte le caratteristiche per non sfigurare tra le escursioni dei “Ragazzi di Via Bazzini”. Supera il fatidico dislivello di 1500 m da superare e la pendenza, come direbbe Quattroruote, è in alcuni tratti al limite del ribaltamento. Fin dai primi passi, il sentiero si inerpica ripidissimo su una bellissima mulattiera degli alpini e a parte qualche breve tratto, non molla mai fino alla vetta dove è posta un’artistica croce realizzata con alcuni reperti della prima guerra mondiale. Ma noi non siamo venuti qui con intenti masochistici, noi siamo venuti quì, per godere l’eccezionale panorama sul Lago di Garda e per ripercorrere il sentiero attrezzato Agostino Tosi scavato lungo un camino di roccia alto 150 m dagli alpini un secolo fa. Purtroppo a causa della nebbia non possiamo assicurarvi sull’eccezionalità del panorama sul Garda, ma possiamo garantirvi l’inconsueta suggestione del tratto attrezzato
e vi invitiamo a tornare con noi del CAI di Vimercate, qui sul Monte Carone, la prossima primavera.
Ostello Curò
Fare click sulla foto x ingrandire Quello che vedete nella foto è l’«Ostello al Curò » di recente inaugurato nella splendida conca del Barbellino. Frutto del lavoro di riqualificazione del vecchio Rifugio Curò coi suoi 1895 m di quota è il più alto ostello in Europa. 46 posti letto in camere da 4-6 persone, interni completamente rivestiti in legno, bagni privati e una terrazza con vista mozzafiato sulla valle. La nuova struttura riporta alla vista
la pietra chiara del Recastello del vecchio edificio e la unisce al ferro scuro ed ossidato (acciaio corten) della nuova copertura. Il nuovo manufatto realizzato grazie a un cofinanziamento regionale di 480.000 euro è una realtà che guarda al futuro, non solo per le scelte architettoniche, ma anche per essere stato pensato per contenere al proprio interno un centro didattico e nauralistico. Link all’ escursioni
Monte Due Mani – Sentiero 36
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Seppur con soli 640 m di dislivello la salita al Monte Due Mani lungo il sentiero n° 36 che fiancheggia la “Via ferrata Simone Contessi” o per la ferrata stessa è sicuramente impegnativa. Dopo un primo tratto molto ripido sulle pendici Sud della montagna inizia una cavalcata lungo la interminabile cresta che riserva momenti entusiasmanti. I ripidissimi pendii erbosi dei due fianchi della cresta, a tratti attrezzata con catena metallica, consigliano massima prudenza.