Dall'
abitato di Starleggia
si risale la mulattiera e si continua a salire attraverso
prati, per poi entrare in un boschetto. La salita
finisce nei pressi di una cappella e di un campanile
seicentesco, costruito sul ciglio del gradino roccioso, a
distanza dal corpo principale della chiesa di San Sisto. Di fronte la maestosa Valle
di Starleggia, conca verdeggiante costellata di casolari e
baite sotto la mole piramidale del Pizzo Quadro. Si
attraversa il borgo di di San
Siro, e si riprende il sentiero che torna a salire nel rado bosco
sulla destra e che ci conduce fra le baite sparse dell’Alpe
Toiana prima,
dell’Alpe Zocana poi.
Raggiunto il Pian
dei Cavalli si consiglia un percorso ad anello una segue il sentiero a lato del torrente, ai
piedi del Monte Tignoso, permettendo di vedere le
conformazioni carsiche della Valle dei Buoi; l’altra,
percorrendo il lembo N della piana, segue il percorso di
“visita” dei pannelli illustrativi. Sconsigliabile invece
avventurarsi nella fascia centrale, dove l’impressionante
gibbosità del terreno costringe ad un continuo saliscendi.
Qualsiasi scelta di percorso si compia, l’importante è
raggiungere lo splendido Lago
Bianco cullato
dalle pietraie che scendono dal Monte Bardan (chi segue i
pannelli, per raggiungere il lago dovrà piegare decisamente
verso SO e scavalcare un chilometrico muretto).Nelle limpide
acque del lago possiamo vedere riflessa l’intera Valle
Spluga: a svettare sono ancora il Pizzo dei Piani e il Pizzo
Ferrè, mentre il gruppo del Suretta, l’Emet e il Groppera
dimostrano molta prudenza nell’affacciarsi da sopra i
costoni erbosi che racchiudono il lago.La salita ai 2812
metri del Monte
Bardan, se affrontata nelle corrette condizioni fisiche,
risulta di una banalità inaudita, sia per difficoltà che per
impegno corporeo. Per conquistare la larga dorsale di cresta
imbocchiamo la traccia di sentiero che si distanzia dal lago
in direzione SO. Dai 2600 metri di quota, giunti finalmente
sul confine italo-svizzero, la salita si fa monotona; la
cresta è lunga, larga e con una pendenza troppo lieve, la
cima sembra allontanarsi invece che concedersi
all’escursionista. Poi, improvvisamente, eccola lì:
spaziosa, accogliente, un campo da calcio d’alta quota; sul
ciglio, un ometto con una modesta croce in legno.Il panorama è
ampio e va gustato con comodità. Verso E troviamo la Valle
Spluga al completo: Pizzo Stella, Groppera, Emet, Suretta,
Ferrè, Quadro: ci sono tutti! In basso, la diga e il Lago di
Montespluga e la Gola del Cardinello, la Val Febbraro con i
Laghi di Baldiscio e, naturalmente, il Pian dei Cavalli
nella sua interezza. Ma l’occhio si spinge oltre: dietro al
Pizzo Stella spuntano le lontane cime della Val Bondasca e
un timido Disgrazia, mentre un bianco Bernina fa capolino
alle spalle del Groppera, e l’elenco potrebbe continuare. La
Svizzera invece regala la bella Val Mesolcina e un gran
numero di cime, meglio visibili dalla vicina Cima di Barna
(m 2862).La discesa, per la stessa via, ci riporta al Lago
Bianco. Da qui un’interessante variante ci
evita la monotonia del Pian dei Cavalli: dal lago prendiamo
il sentiero che, in falsopiano, serpeggia fino ad una
bocchetta. Qui comincia la discesa nella Valle
di Starleggia: il sentiero scende ripido fra i cespugli di
rododendro, mentre in basso i vari alpeggi (Gusone, Morone,
San Sisto) fanno mostra di sé, ordinatamente disposti nella
conca verdeggiante. E una volta giunti lì, la donna anziana
saprà sempre come convincerci ad acquistare la sua forma di
formaggio locale. È con lo zaino decisamente appesantito che
raggiungiamo San Sisto dove ritroviamo il sentiero fatto in
mattinata, quindi in breve facciamo ritorno a Starleggia.